Fino a stasera pensavo che avrei iniziato con uno dei libri di "alta cOltura" che ho avuto il (dis)piacere di leggere (Melissa P., Tre Metri Sotto Terra e simili…non preoccupatevi però verrà anche il loro turno.)
Invece voglio iniziare con il film visto stasera al cineforum.
"Niente da Nascondere": film austro-francese (e qui si potrebbe dire che cominciamo bene), vincitore della Parma…ehm…Palma d’Oro al festival di Cannes (comincio a capire perchè lo chiamano così) per la regia (almeno non ha vinto per la sceneggiatura sennò avrei tirato in testa qualcosa di grosso e pesante ai giudici), viene "spacciato" come un Thriller.
E in effetti all’inizio e per buona parte del film le basi per definirlo in questo senso ci sono tutte.
Un uomo di successo un giorno si vede recapitata a casa una videocassetta contenente due ore della sua vita quotidiana filmate da ignoti. Poi iniziano le telefonate anonime. Poi le cartoline.
Si reca dalla polizia con la moglie e si sente dire in faccia che finchè l’ignoto non commette qualche reato (tipo rapire il figlio) loro non si muovono.
L’uomo sempre più in crisi inizia a rivangare nel suo passatoper cercare il colpevole e ad un certo punto qualcosa gli fa sospettare di una sua vecchia conoscenza…
I presupposti per un bel film ci sono tutti…peccato però che il finale rovina tutto.
Oddio in realtà parlare di finale è esagerato, dato che il film un finale non ce l’ha.
Ebbene sì alla fine non si scopre chi è l’anonimo. Chi minaccia la vita privata della famiglia del protagonista non viene svelato.
Infatti la bella pensata del regista è stata quella di mascherare sotto un thriller uno pseudo film culturale.
Il film infatti andrebbe visto non come un thriller ma come un’introspezione psicologica del protagonista. Infatti l’unica funzione delle videocassette e dello Stalking è quella di far ricordare al protagonista un crimine commesso in tenera età infarcendo poi di pillole di documentario storico parlando della guerra in Algeria e della recenta guerra in Iraq. Infatti quando alla fine il protagonista rivela alla moglie quello che aveva fatto ai danni di un orfano algerino all’età di sei anni il film finisce, lasciando l’amaro in bocca e una sensazione di mancanza.
Come scrivere un giallo e non pubblicare l’ultimo capitolo che svela l’assassino.
Ultima nota poi stacco: il relatore del cineforum ha fatto una domanda, "Cosa avete visto in questo film?"
Beh la mia risposta è "Che austriaci e francesi non son buoni a fare thriller."